venerdì 26 marzo 2010

Evoluzione. Il fallimento di Darwin e l'ipotesi di Dio

Mercoledì scorso è stato l'anniversario di morte del grande romanziere positivista Jules Verne, e oggi è il compleanno dell'ateo neopositivista Richard Dawkins, sicuramente più celebre come polemista antireligioso che come scienziato.
Jules Verne ha avuto il merito di inaugurare un genere letterario molto appassionante basato sul progresso scientifico-tecnologico. Nei suoi libri fu sempre presente una buona dose di fiducia positivistica nella scienza e nei suoi progressi, tanto da avere la certezza che, prima o poi, tutti i misteri della vita si sarebbero risolti. Richard Dawkins ha ancora pochi meriti, se non quello di essere diventato il punto di riferimento per chi vuole dimostrare l'inesistenza di Dio dal punto di vista scientifico.

Verne visse nell'era del positivismo, un integralismo fideista che si scontrò presto con un altra fede, ben più solida (anche solo per il fatto che c'era già e c'è ancora), quella religiosa. Dawkins è rimasto uno dei pochi a fomentare questo scontro.

Tutto nacque da August Comte, fondatore del positivismo, il quale mise per la prima volta veramente in contrasto scienza e fede e tramutò la sua filosofia scientista in una vera e propria religione, proponendosi "Gran sacerdote" (Comte, Catechismo positivista) del nuovo culto.
Il teologo cattolico De Lubac ha commentato così:"Il positivismo trova così i suoi fedeli e il suo culto, perché ha il suo idolo [la scienza]. Il posto di Dio è ben occupato.
(De Lubac, Il dramma dell'umanesimo ateo, Morcelliana 1985, pag. 137).


Tesi dell'ateismo:
"La scienza è in grado di dimostrare che ogni cosa potè accadere senza bisogno di invocare l'esistenza di una divinità".
(Atkins, La creazione. Saggio sul riduzionismo estremo e sul razionalismo militante, Zanichelli 1985)

E ancora: "Sulla base di ricostruzioni scientifiche straordinariamente corroborate, abbiamo ormai avuto risposta alle grandi domande metafisiche del passato: sappiamo tutto, sappiamo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo (e in un certo senso perfino: che cosa possiamo sperare)"
(Flores d'Arcais e Angelo Scola, Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede, dibattito pubblico alla Normale di Pisa 7/1/08, Marsilio 2008, pag. 17-20)


Smontiamo questa tesi.
Ancora ai giorni d'oggi, come si è visto, è rimasto un rimasuglio di positivismo (neopositivismo e neoempirismo) e di scientismo.
Inutile dire che sono posizioni estreme, per fortuna, assolutamente marginali e totalmente sbagliate. Vediamo perché:

  1. Affidare le risposte della propria vita alla scienza, restando spettatori.
    Il cardinale Angelo Scola, rispondendo proprio a Flores d'Arcais dice: c'è ancora "chi finisce preda di un discorso scientifico, condotto in terza, e non più in prima, persona, che man mano si estende a tutti i livelli del sapere, comrpeso quello etico. Un discorso che, per essere oggettivo e "scientifico", esclude appunto il soggetto".
    Cioè le risposte alla propria vita sono affidate agli scienziati, a una terza persona, escludendo il proprio coinvolgimento personale alla soluzione. Questa si chiama alienazione, seguendo quello che disse un grande teologo, don Luigi Giussani"La soluzione alle domande fondamentali, che costituiscono la mia persona, l'avverarsi del loro significato deve riguardare direttamente me. Non far consistere la risposta ad una collettività in un ipotetico futuro (il progresso o la scienza)". E ancora: "L'individuo [affidando la risposta ad altri] resta in balia delle forze del potere: è la scomparsa della libertà, è l'alienazione totale".
    (Don Giussani, Il senso religioso, Rizzoli 2003, pag. 103 e 119).


  2. La scienza ha ancora poche certezze e tantissime domande.
    Che la scienza possa rispondere a tutto, anche alle domande esistenziali e filosofiche, è un errore clamoroso che ha visto il netto fallimento del positivismo e dell'illuminismo (nonostante la triste rivista scientifica MicroMega persista su questa strada). Di esempi ce ne sono moltissimi, ne riportiamo due:
    Uno scienziato, dopo aver ascoltato la frase riportata sopra dal prof. Flores d'Arcais durante il dialogo col card. Scola, si è alzato e ha detto:
    " Sono rimasto perplesso perché ho visto una fiducia smisurata nelle potenzialità della scienza da parte del professor d'Arcais, e invece da scienziato probabilmente non mi sentirei di dire che sappiamo tutto sull'origine dell'universo o su un sacco di altre questioni".
    (Flores d'Arcais e Angelo Scola, Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede, dibattito pubblico alla Normale di Pisa 7/1/08, Marsilio 2008, pag. 17-20)

    Un altro esempio è l'articolo su Repubblica (6/07) del genetista italiano Luca Cavalli Sforza, dal titolo: l'evoluzione e l'incerto futuro dell'uomo.


  1. Poche certezze sull'uomo, una delle quali è che la teoria di Darwin è messa ormai da parte.
    Chi vuole usare la scienza per eliminare "l'esistenza di una divinità", come ha affermato l'ateo incallito Atkins, lo fa promuovendo l'evoluzione darwinistica classica: l'uomo e ogni altra cosa sono apparsi grazie al "Grande Caso" e a condizioni bioamichevoli statisticamente impossibili e irripetibili, si sono evoluti con "grandi iniezioni di fortuna" (Dawkins, L'illusione di Dio) tramite la selezione naturale e la sopravvivenza del più forte. Non c'è così spazio per un Essere Intelligente poiché il suo intervento non è necessario.
    Questa è la favola che ci è stata proposta fino a pochi anni fa in qualunque libro di scienze, di cui Dawkins e Mainardi sono tifosi sfegatati, poiché è l'unica teoria scientifica che potrebbe sostenere il loro credo ateistico (non è un ossimoro dire così...)
    Anzitutto affidare ogni cosa al Caso Tappabuchi la dice lunga sulle certezze di questi uomini. Poi, come ha sostenuto lo storico della scienza Federico di Trocchio, il darwinismo è pieno di buchi e di anelli mancanti, che si acutizzano nel passaggio tra scimmia e uomo (anzi diciamo che proprio nessuno ha mai trovato passaggi intermedi). Per questo oggi "nessuno cerca più gli anelli mancanti", proprio perché è la teoria scientifica del darwinismo che sta crollando.
    Lo dicono gli stessi evoluzionisti atei. Massimo Piattelli Palmarini, professore di scienza cognitiva, linguistica e psicologica dell'università dell'Arizona e membro di numerose accademie scientifiche in tutto il mondo, combattendo giustamente la teoria dell'Intelligent Design americano, afferma: "Sono in disaccordo con alcuni scienziati come me e come me atei, per esempio il biologo inglese Richard Dawkins e il cognitivista americano Daniel Dennet, che si sono sentiti in diritto di attaccare la religione partendo da presunte basi scientifiche. Lo ha fatto anche Piergiorgio Odifreddi, valentissimo matematico ma improvvisato teologo. Sarebbe doveroso che l'insegnamento dell'evoluzione biologica avvenisse presentando con meno sicumera un quadro estremamente complesso, pieno di incertezze. La dottrina darwiniana tradizionale fa acqua da tutte le parti".
    (Piattelli, Il darwinismo caricaturale, Corriere della Sera, 16/10/07).

    Il genetista Gregory Gibson, recentemente su "Nature" ha affermato:"La selezione naturale è solo uno dei fattori dell'ordine biologico, e forse nemmeno il più importante".

    Il Nobel per la Medicina (1974), biochimico ed evoluzionista Christian de Duve, nel suo bellissimo libro, All'origine della vita (Longanesi 2008), attacca, come tanti altri, la selezione naturale casuale:"La specie umana non è il frutto di una combinazione altamente improbabile di avvenimenti casuali. Tutto dipende dai vincoli entro i quali opera il caso. L'emergere di esseri umani o perlomeno di esseri senzienti e pensanti, è un esito obbligato di questo percorso inarrestabile, e non un "incidente cosmico"."

  1. In aumento gli scienziati che vedono nell'evoluzione un progetto o finalismo (teleologia).
    Ce ne sono moltissimi e ne cito solo alcuni...Owen Gingerich, esimio professore di storia della scienza ad Harvard e astronomo, afferma: "Gli evoluzionisti che rifiutano qualsiasi finalismo [vedi Dawkins & C.] e che, nel dichiarare il loro credo in una sorta di roulette cosmica, parlano di un universo assolutamente privo di scopo, non stanno presentando un fatto scientificamente dimostrato. Essi, piuttosto, stanno difendendo le proprie personali prese di posizione in ambito metafisico. [..] Per quanto mi riguarda sono persuaso della presenza, al di sopra e all'interno del cosmo, di un Creatore dotato di una intelligenza superiore.".
    (Gingerich, Cercando Dio nell'universo, Lindau 2007, pag. 79)

    C'è lo scopritore del genoma umano Francis Collins, per il quale la genetica è "il manuale di istruzioni di Dio", oppure il celebre fisico Paul Davies, recentemente convertitosi al Desimo, che ritiene che Sant'Agostino aveva già capito tutto, ancora prima del religioso cattolico Lemaitre (padre della teoria del Big Bang), parlando della creazione dal nulla di un Essere Intelligente.
    Cito poi l'astronomo Allen Sandage, amicissimo di Edwin Hubble, che dice: "Se non c'è Dio, niente ha senso, ecco perché il caso degli atei è basato su un inganno. L'espansione dell'universo mette la cosmologia astronomica vicino al tipo di teologia naturale medioevale che ha cercato di trovare Dio identificando la causa prima. Il "primo effetto", non richiede forse, alla luce della ragione, una Prima Causa?"
    (Sandage, citato in Solo lo stupore conosce, Bersanelli-Gargantini, Rizzoli 2003,pag. 337)


Conclusione
Insomma non solo la scienza è nella più totale incertezza, ma sembra stia sempre più abbandonando la teoria del Caso Tappabuchi, avvicinando all'ipotesi evolutiva progettista. Anzi, come ha affermato il celebre neurofisiologo australiano e Premio Nobel per la Medicina, John Eccles:"Le nostre conoscenze non possono andare al di là del fatto che siamo tutti parte di un qualche grande disegno"
(Eccles, L'origine della vita, Garzanti 1983)

Abbiamo inziato con Jules Verne e chiudiamo con lui.
Occorre dire per completezza di informazione che nell'ultimo periodo della sua vita manifestò un certo distacco dal positivismo e dalle potenzialità della scienza di spiegare la vita e di negare la Trascendenza. Probabilmente nel suo animo risuonavano le ultime parole messe in bocca al capitano Nemo prima che il "Maelstrom", un terrifcante gorgo marino, inghiottisse il Nautilus, il sottomarino fiore all'occhiello dello sviluppo scientifico del tempo (un pò come il Titanic). Di fronte alla potenza della natura, il capitano urlò:
"Dio onnipotente! Basta! Basta!.
(Verne, Ventimila leghe sotto i mari, Mondadori 1994, pag. 91,92)

Anche lui, imbevuto com'era di speranze e illusioni positiviste e scientiste, si arrese ed invocò il soccorro del Grande Progettista.


Approfondimenti.
L'illusione dell'ateismo, Roberto Timossi (San Paolo 2009)
Perché non possiamo essere atei, Franceco Agnoli (Piemme 2009)
L' ornitorinco sconfigge Darwin, Massimo Palmarini Piattelli.
Altri buchi nell'evoluzione darwinistica, da Rassegna Stampa Cattolica (24/3/10).
Ecco perché certe teorie non possono spiegare le ragioni dell'esistenza, da Il Sussidiario (23/3/10).
Gli animali non si suicidano perché sono diversi dall'uomo, da Rassegna Stampa Cattolica.

domenica 21 marzo 2010

Aldo Busi: l'omosessuale represso.

Ha fatto scalpore l'uscita di scena di Aldo Busi, l'intollerante "checca isterica", come si è giustamente autosoprannominato, dal reality L'isola dei Famosi.

Dopo aver litigato praticamente con tutti i concorrenti, rinfacciando continuamente la sua superiorità intellettuale per aver inserito alcune definizioni nel vocabolario italiano, ha pensato bene di insultare anche gli ospiti esterni della trasmissione, il governo Berlusconi e da noto bigotto anticlericale anche il Santo Padre, definendolo "omofobo represso". In realtà, tutto porta a pensare che il vero represso sia proprio lui e, giudizio assai impopolare, la categoria sessuale a cui appartiene. Ecco qui la dimostrazione.


Aldo Busi: omosessualità e pedofilia. La sua partecipazione al reality L'isola dei famosi era stata contestata duramente dall'Osservatorio sui Diritti dei Minori, dopo che Busi aveva apertamente dichiarato di essere a favore della pedofilia e di aver fatto sesso con adulti dall'età di 8 anni. Vedi qui l'articolo: Osservatorio dei minori: via Busi "pro-pedofili" dall'isola dei famosi, da Asca (8/3/10).
In questo articolo di Repubblica del 12/12/96 invece l'incredibile e vergognosa apertura di Aldo Busi alla pedofilia, il quale incolpa addirittura i minori di essere provocatori verso gli adulti (deresponsabilizzando così i pedofili): I minori seducono gli adulti, così Busi dà scandalo in TV.


Aldo Busi, violenza e odio al mondo. Nel suo bruttissimo libro, Manuale del perfetto papà, (Mondadori 2001), ha scritto frasi sconvolgenti:
"Io poi volevo ucciderlo fisicamente (mio padre, ndr), speravo sempre che mia madre l'avrebbe fatto per me pugnalandolo al cuore mentre dormiva, o che lui non tornasse a casa perchè sfracellato in un burrone dentro l'auto di uno dei suoi compagni di baldoria" (pag. 31)
Oppure: "Qualcuno come mio padre è un gingillo di vita e di morte che mi interesserebbe ancora e abbastanza: da spellare vivo, senza fretta e fino all'ultimo respiro, stavolta, o suo o mio..." (pag.40).
Ancora: "Siccome non posso essere riconoscente all'amore per un uomo e di un uomo, visto che non l'ho mai provato, io sarò sempre riconoscente a mio padre per l'odio che mi ha dato, unico sentimento che tutto supera". (pag.40)
Odio per il mondo e bisogno disperato di sesso:"E' probabile che nella mia omosessualità ci sia una forma di attrazione non verso i maschi ma verso l'odio che mi suscitano tutti gli uomini, odio che il fare sesso con loro non ha fatto che fomentare. Alla mia età escludo che ci sia stato amore per gli uomini al di là dell'attrazione sessuale" (pag.33-36).
Vergognoso desiderio razzista di morte altrui: "Spero solo che l'Aids decimi loro e tutte le loro belle famigliole di crape rasate col cappellino ciellino ora in versione Forza Nuova, Forza Italia, Forza Pirla." (pag.103)

Causa dell'omosessualità. La storia di Aldo Busi, che nei precedenti articoli dichiara di essere omosessuale a causa degli atti sessuali avuti con degli adulti in età precoce, dimostra ancora una volta quello che sempre più studiosi affermano, cioè che l'omosessualità e gli orientamenti sessuali non riguardano l'essenza biologica e immutabile di una persona ma sono varianti dell'apprendimento durante le fasi di formazione psicologica dell'identità. Ciò che scatena l'omosessualità è una lieve predisposizione (non forzante) genetica ma sopratutto una non equilibrata educazione famigliare e sessuale, ambiente dove spesso il padre è assente o non stimato. Il tutto è descritto meglio qui: perché l'omosessualità è una scelta contro natura.
Nel famoso libro già citato, Busi, approfondisce la sua storia, illuminando definitivamente le cause del suo orientamento sessuale disordinato: "Se tuttavia, come penso, avesse anche contribuito alla mia omosessualità l'odio per mio padre e un giovinotto di quindici anni che con ogni grazia me lo dava in mano quando ne avevo cinque...doppia sarebbe la mia riconoscenza nei loro confronti" (pag.37). E infine: "Io ero adulto a 13 anni. A quell'età il mio vero problema sessuale non era che ero molestato dagli adulti, cui appartenevo per necessità di sopravvivenza...ma perchè toccava sempre a me molestarli per primo per scoparci insieme" (pag.126-130).


L'80% dei pedofili è omosessuale. Le dichiarazioni di Aldo Busi, circa il feeling tra pedofilia e omosessualità, confermano i dati raccolti dalla John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, citati di recente da uno dei più importanti sociologi italiani, Massimo Introvigne, in occasione delle vicende di pedofilia all'interno della Chiesa:
"Per quanto sia poco politicamente corretto dirlo -afferma Introvigne-, c’è un dato che è assai più significativo: per oltre l’80% i pedofili sono omosessuali, maschi che abusano di altri maschi. E, per citare ancora una volta Jenkins, oltre il 90% dei sacerdoti cattolici condannati per abusi sessuali su minori e pedofilia è omosessuale".
(vedi l'articolo: Preti pedofili: un panico sociale, da Cesunr.it).


Omosessualità, infantilità e frustrazione. Un'altra chicca che ci regala Aldo Busi ogni volta che appare in pubblico è la sua incapacità totale di tolleranza e rispetto, che esercita ponendosi continuamente al centro del dibattito, orgogliosamente fiero solo del suo "buco di culo", come una volta gli disse il giornalista Luigi Amicone durante una trasmissione sul La7.
Una dimostrazione limpida della sua intolleranza, repressione e infantilità è tutta in questo video, nel quale prende a calci un anziano signore urlandogli: "A te ti faccio fuori, ti taglio la vena giugulare:

Video di Aldo Busi che picchia e minaccia un anziano.


Omosessualità, droga, fumo e alcool. La Gay Censur, l'agenzia di indagine statistica esperta del mondo omosessuale, ha rilevato che il 67% dei gay e il 64% delle lesbiche fa uso di droga regolarmente. Sopratutto Marjuana, poi Ecstasy, anfetamine e cocaina. Il motivo? Aumentare le prestazioni sessuali, chiodo fisso per gli omosessuali, noia e depressione. Inoltre spicca l'altissima percentuale di abusi di alcool (95%) e di sigarette.
Ecco qui tre articoli:
Uso di sostanze tra la popolazione lesbica, gay e bisessuale, da Centro Studi Ricerca e Documentazione su Dipendenze e AIDS (28/3/08)
Uomini gay: probabilità tre volte superiore nell'uso di droghe, da PinkNews (31/10/07);
Droghe, fumo e alcool dietro il matrimonio omosessuale. E ovviamente sesso, da NotizieGay.it (14/9/09) 


Conclusione
Insomma, tornando ad Aldo Busi, appaiono proprio ridicole le accuse al Papa.
Il bigotto intellettuale anticattolico farebbe meno figuracce se prima guardasse la sua dipendenza dalla fruizione sessuale (unico argomento fisso in due settimane di Reality), dall'eccesso e dall'estroversismo. Forse l'accusa di repressione è più credibile come autoironia...


Articoli correlati all'argomento
Aldo Busi all'Isola dei Famosi, da Libertà e Persona
Frasi equivoche sui pedofili, "Cacciate Busi dall'Isola", da MagazineLibero.it
Promiscuità, droghe e violenza nel mondo omosessuale, da Secondo natura
Adozioni Gay? No Grazie!, da Marco Bazzato.blog.kataweb.it

martedì 16 marzo 2010

Crimini dell'ateismo in Romania

Persecuzioni del comunismo ateo al cristianesimo
Non si può scindere l'ideologia comunista con l'ideologia atea.

Non si può non rilevare che i più grandi dittatori e usurpatori della storia furono tutti atei e anti-cristiani: Stalin, Pol Pot , Tito, Mao, Hoxtha, Milosevic, Nicolae Ceausesco ecc... Verificate voi stessi cliccando sul link che vi porterà alla loro biografia su Wikipedia (guardate la tabella riassuntiva sulla destra sotto la foto).

Non si può neanche non denunciare che la persecuzione ai cristiani era prassi comune nelle dittature comuniste e atee (come è riportato anche su Wikipedia).

Lo dimosta il fatto che nelle peggiori dittature dell'ultimo secolo l'ateismo era la religione di Stato (e lo è ancora nella terribile e disumana Cina, a Laos, in Corea del Nord e in Vietnam).
E' tutto ampiamente dimostrato in questo articolo: nelle dittature comuniste c'era l'ateismo di Stato.


Quel che avvenne nel carcere di Pitesti
Fra il 1949 e il 1952 nel carcere speciale di Pitesti, in Romania, a nord di Bucarest, sono avvenuti dei fatti ben oltre i Gulag sovietici e nazisti. Quel che accadde nel carcere di Pitesti fu l’apice dell’orrore del comunismo, l’orrore del totalitarismo, l'orrore dell'ateismo.

Il regime comunista cercò, al fine di creare l'uomo nuovo, di azzerare l’anima dei prigionieri: intellettuali, borghesi, religiosi e sopratutto studenti universitari. Lo strumento utilizzato erano le torture continue, giorno e notte, senza pausa.

La documentazione è anche raccolta nel libro in uscita in questi mesi: Musica per lupi da Dario Fertilio, giornalista del Corriere della Sera.

Il giornalista racconta a Il Giornale alcune orribili torture:
"pestaggi per mezzo di fruste, cinture, lance; sospensioni al soffitto con pesi da 40 chili per ore e giorni consecutivi; rottura delle dita delle mani e dei piedi; nutrizioni forzate a base di sale con divieto di bere; cozzi procurati delle teste, al modo delle incornate tra cervi; bruciature delle piante dei piedi; percosse alle tibie per mezzo di barre metalliche; costrizione a leccare il contenuto delle latrine; partecipazione obbligatoria a torture collettive, induzione a commettere reciprocamente atti di sodomia; sospensioni al soffitto per le ascelle con zaini sulla schiena carichi di pietre; schiacciamento sotto il peso di corpi, varianti fra il numero di quindici e diciassette; sbattimento di crani contro cemento o pareti delle celle; costrizione a dormire in posizioni fisse; perforazione delle piante dei piedi per mezzo di aghi; posizioni obbligate contro il muro, puntando l’uno o l’altro piede, per la durata di tutta la notte; ordine di produrre masse fecali dove successivamente si depongono gli alimenti; induzione a orinare nelle bocche dei compagni; disposizioni di mangiare direttamente dalle gavette cibo bollente, a quattro zampe e senza ricorrere alle mani; immersioni prolungate delle teste nei buglioli; percosse alle casse toraciche sino alla frattura delle costole, ecc...". (link all'articolo del 16/3/10)

Lo scopo era annientare le anime dei reclusi di Pitesti: la famiglia, i genitori, il proprio passato non solo dovevano essere rinnegati appunto a seguito della tortura che durava giorno e notte, ma si doveva arrivare a un livello per cui si accusavano i propri genitori, i propri figli, la propria moglie delle peggiori nefandezze.


Per i religiosi non era finita qui.
I religiosi inoltre dovevano partecipare alla processione in cui a Gesù e Maria vengono rivolti insulti irripetibili e ricevere l’eucaristia intingendo il pane nell’urina. Così si arriva al paradosso che il torturato stesso cerchi Eugen Turcanu al fine di denunciare il proprio passato, rivelare di aver compiuto o pensato le cose più inimmaginabili. Il tutto in un’atmosfera che sconfina addirittura in un misticismo folle e il blasfemo.


Bibliografia e link sull'argomento
La prigione dove cancellavano l'anima, da Il Giornale.
Osservatorio sui delitti del comunismo nel Mondo, da Inilossum.it
La persecuzione comunista contro il cristianesimo, da Libertà e Persona.
Le persecuzioni del comunismo sovietico e del nazismo, da Ragionpolitica.

lunedì 15 marzo 2010

Albert Einstein: grande religioso

Oggi facciamo gli auguri al più grande fisico della storia: Albert Einstein (14 marzo 1879 - 18 aprile 1955).

Ripropongo, un pò rivisitato, un articolo che ho scritto tempo fa:
Einstein ha rivoluzionato completamente la concezione della fisica con la sua Teoria della relatività. E' stato un uomo veramente intelligente, semplice e curioso.

Non si è chiuso nel suo sapere come molti scienziati moderni, espertissimi su un particolare scientifico da cui traggono ispirazioni esistenziali e filosofiche, ma banali e superficiali su tutto il resto.

Un'esempio lampante è la professoressa Margherita Hack, importante astrofisica di penosa e imbarazzante umanità, che si permette, tra l'altro, di sbeffeggiare celebri scienziati, ben più importanti di lei, definendoli "sempliciotti che credono ancora a Dio, alla befana e alle favole". Einstein, suo collega, era di tutt'altra pasta.

Come disse l'allora cardinale Ratzinger: con il solo uso della ragione, senza che entri in gioco la fede, l'uomo può arrivare a riconoscere l'esistenza di Dio. E' il caso di Albert Einstein, come lo dimostrano le numerose dichiarazioni da lui rilasciate e qui in parte riportate.



  • Iniziamo andando subito oltre al luogo comune che uno scienziato deve essere per forza ateo. Lui stesso affermò: "La scienza contrariamente ad un'opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguitare finalità teologiche, poichè deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perchè la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sè altre scelte quando creò il mondo"
    (Holdon, The Advancemente of Science and Its Burdens, Cambridge University Press, New York 1986, pag. 91)
Commento: riassume da non cattolico il pensiero cattolico, cioè che ogni espressione umana, in questo caso la scienza, arriva ad un certo punto a segnalare la presenza del Mistero (non a dimostare che esista o no).



  • Una dichiarazione nel pieno della sua maturità che lascia pochi dubbi sulla sua posizione religiosa:
    "Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo come a un miracolo o a un eterno mistero? A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del “miracoloso”, che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il “miracolo”, senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco che devo ben esplicitare quest’ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall’età, io sia divenuto vittima dei preti".
    (A. Einstein, Lettera a Maurice Solovine, GauthierVillars, Parigi 1956 p.102)
Commento: cosa traspare da questa affermazione? Lui dice: non è il caos ad aver sviluppato l'universo, è piuttosto un miracolo. Vorrei però domandargli: se è irrazionale chiamare in causa il caso, ma è più sensato parlare di "miracolo" (vedi il Principio Antropico), allora esso da dove arriva? Si è autoprodotto? Rispondere a questa domanda significa, per coerenza e onestà intellettuale, andare oltre al miracolo e domandarsi Chi l'ha prodotto? Significativo che lui stesso tiri in ballo proprio Dio...



  • A propostio di casualità tappabuchi:
    "L'uomo che è convinto dell'esistenza e della operatività della legge di causalità non può concepire l'idea di un Essere che interferisce con il corso degli eventi. A patto naturalmente che egli prenda l'ipotesi della causalità veramente sul serio.
    (dal New York Times Magazine, 9 novembre 1930)
Commento: e lui, come ha affermato sopra, non è certo quel tipo di uomo...



  • Non era certo cattolico, ma totalmente aconfessionale, e non amava molto i preti, anche se, lui che era ebreo, ha riconosciuto questo:
    "Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente"
    (Dichiarazione di Albert Einstein pubblicata da Time magazine, 23 dicembre 1940, pag.40)
Commento: non avrebbe avuto nessun interesse a dichiarare questo, non si aspettava certo l'appoggio clericale. Lo disse perché era la verità, come è dimostrato anche qui e qui.



  • Sorprende la durezza che aveva verso gli atei di professione:
    "Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le religioni tradizionali come 'oppio delle masse' - non posso sentire la musica delle sfere".
    (Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster 2008)
Commento: "Non possono sentire la musica delle sfere", cioè sono isterici su un particolare e non riescono ad avere una visione unitaria della realtà. Non era forse Cristo che diceva: "Grazie Padre per aver rivelato queste cose ai semplici di cuore"?



  • Togliendo Dio dalla vita se ne toglie il senso. Vivere senza senso è sopravvivere, e non vivere:
    "Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante. Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell'esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere".
    (Albert Einstein, Religione e scienza, 1930)
Commento: la vita ha un senso se ha uno scopo ultimo. Negare questo vuol dire vivere senza scopo, cosa abbastanza infantile e inutile.



  • Ecco la citazione che smentisce l'affermazione che Einstein fosse ateo o panteista e che non prendesse in considerazione Dio (seppur non quello cristiano).
    "Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio".
    (Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, pag. 27)
Commento: molti mi dicono: ma Einstein non credeva in Dio. Non è vero. Non credeva nella religione, nella divinità di Cristo, e quindi in un Dio personale. Lo dimostrano queste citazioni:

"La parola "dio" per me non è nulla se non l'espressione di un prodotto della debolezza umana, la bibbia una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione per quanto sottile può cambiare questo fatto. Per me la religione ebraica, così come tutte la altre religioni, è una incarnzazione delle più infantili superstizioni.
(da una lettera a Erik Gutkind, gennaio 1954)

Oppure: "L'idea di un Dio personale è un concetto antropologico che non sono capace di prendere seriamente".
(da una lettera del 1946; citato in Helen Dukas and Banesh Hoffman, Albert Einstein – The Human Side)

Commento: l'idea e la certezza di un Dio personale non si raggiungono solo con l'intelligenza. Occorre farne esperienza in un incontro umano, in un'umanità diversa ed inspiegabile. Questo dipende dalla storia e dalla libertà di ognuno. E poi c'è da dire che anche lui diceva qualche sciocchezza ogni tanto, come questa:

"Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche. Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell'umanità.
(citato in Franco Libero Manco, Biocentrismo. L'alba della nuova civiltà, Nuova Impronta Edizioni, Roma 1999, p. 201)



  • Ecco ancora che spiega la presenza di quello Spirito superiore, cioè Dio:
    "Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di ‘umiltà’. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La mia religiosità consiste in un’umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri; in quanto al resto, sono solo dettagli".
    (Einstein: Pensieri di un uomo curioso, Mondadori '97)



  • Ancora questo Dio, questa X suprema che governa le costanti fisiche:
    "Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà".
    (S. W. Hawking e W. Israel, Einstein. A Centenary Volume, Cambridge University Press 1987)
Commento: alla faccia di chi sostiene che di Dio non c'è bisogno per spiegare la realtà...



  • Ecco un'altra prova: la fonte è presa dal libro scritto da Helen Dukas, segretaria di Einstein, scelta dal grande fisico nel suo testamento come erede per tutti i diritti dei suoi testi e delle sue pubblicazioni. Più attendibile di così.. "Chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili".
    (H. Dukas and B. Hoffmann Albert Einstein: the Humane side, Princeton 1989, p. 32)
Commento: l'umiltà è la semplicità richiesta da Gesù Cristo: "Se non ritornerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli".



  • Dio è riconsocibile, come affermò Ratzinger, anche senza la fede ma con il solo uso della ragione:
    "La mia religiosità consiste nell’umile ammirazione dello spirito infinitamente superiore che rivela se stesso nei minimi dettagli che noi siamo in grado di comprendere con la nostra fragile e debole intelligenza".
    (Brian, Einstein a life, 1996)

  • Il grande matematico cattolico Francesco Severi, amicissimo di Einstein, nel suo libro "Dalla scienza alla fede" (e poi ripreso dal Corriere della Sera del 1955) racconta che poco prima che Einstein morisse, mentre assieme affrontavano il tema religioso, lui disse:
    "Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato".
    (Francesco Saveri, Dalla scienza alla fede, Edizioni Pro Civitate Christiana, Assisi 1959, pag. 103).
Commento: perché è proprio questa X incommensurabile, che l’uomo (non cattolico) chiama genericamente Dio, è ciò che permette di essere scienziati e cioè: inesauribili conoscitori. Negare questo Dio è ormai solo un capriccio di chi non capisce niente di scienza, o fa finta di non capire.



  • Einstein è anche stato definito positivista o neopositivista (cioè chi pretende affermare che la scienza è l'unica area in grado di affermare delle verità). Pazientemente Einstein risponde in modo molto scientifico:
    "Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno “può” o “non può” osservare. Uno dovrebbe dire: "Solo ciò che noi osserviamo esiste". Il che è ovviamente falso".
    (Brian, Einstein a life, 1996)


  • Neanche lui può sottrarsi dal fascino di Gesù. Lo fa in un'intervista:
    "Fino a che punto è influenzato dalla cristianità?" "Da bambino ho ricevuto un'istruzione sia sul Talmud che sulla Bibbia. Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosa del Nazareno". "Ha mai letto il libro di Emil Ludwig (anticristiano) su Gesù?". "Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo imponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace. Nessun uomo può disporre della cristianità con un bon mot". "Accetta il Gesù storico?" "Senza dubbio! Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa ad ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita".
    (A.Einstein, "The Saturday Evening Post", 26.10.1929)




  • Di fronte al mistero della realtà la scienza rimarrà sempre imperfetta. Un'altra testimonianza di ciò
    Count Kessler un giorno gli disse: "Professore sento dire che lei è profondamente religioso". Einstein gli rispose: "Sì, Lei può dirlo. Cerchi e penetri con i limiti della nostra mente i segreti della natura e scoprirà che, dietro tutte le discernibili concatenazioni, rimane sempre qualcosa di sottile, di intangibile e inesplicabile. La venerazione per questa forza, al di là di ogni altra cosa che noi possiamo comprendere, è la mia religione. A questo titolo io sono religioso".
    (Brian, Einstein a life, 1996)


  • Il sentimento religioso è, per Einstein, una convinzione razionale.
    "La ricerca scientifica può diminuire la superstizione incoraggiando il ragionamento e l'esplorazione causale. E' certo che alla base di ogni lavoro scientifico un po' delicato si trova la convinzione, analoga al sentimento religioso, che il mondo è fondato sulla ragione e può essere compreso".
    (Einstein, La ricerca scientifica, in Come io vedo il mondo 1934)




  • Forte del suo principio "deterministico" e convinto che qualcuno sarebbe riuscito a scoprire contraddizioni nella meccanica quantistica perchè, affermò:
    "Dio non gioca a dadi"
    (Einstein e Bohr, Scienza e vita, lettere '16-'55, Einaudi 1997, pag. 176)


  • E ancora:
    Anche se gli assiomi della teoria della gravitazione di Newton sono posti dall'uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del "miracoloso", che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il "miracolo", senza poter individuare una via legittima per andar oltre.
    (da una lettera a Maurice Solovine, GauthierVillars, Parigi, 1956)




Cosa traspare da queste citazioni (ce ne sono ancora tantissime)?
Senza volerlo etichettare, Einstein indubbiamente credeva in un Dio sovra-personale ("ausserpersönlichen" come da lui definito), cioè un Dio "fisico" e non "morale" come nella concezione ebraico-cristiana, però un Dio presente nella natura (pur senza identificarsi con essa) in modo misterioso. Il cristiano arriva allo stesso punto, ma fa un passo in più: riconoscendo la divinità e la resurrezione di Gesù (grazie al metodo della fede) dà un nome a questo Dio tanto cercato dagli uomini e ne percepisce la presenza contemporanea, qui ed ora (hic et nunc)

sabato 13 marzo 2010

Nasce il sito: Rassegna Stampa Cattolica

Una selezione quotidiana di notizie riguardanti il mondo cattolico.

Ovviamente si seguirà lo stile iniziato da questo blog:
contrapporre all'illusione e alla contraddizione dell'ateismo, la razionalità della fede.

Sotto ad ogni notizia si potrà lasciare un commento e un giudizio personale.


martedì 2 marzo 2010

La verità su Pio XII e il Nazismo

Esattamente 71 anni fa, il 2 marzo 1939, veniva eletto papa Pio XII.

E' tutt'ora al centro di numerose polemiche per quanto riguarda i cosiddetti "silenzi" sulla tragedia della Shoah, sulle sue presunte tendenze antisemitiche e sui suoi fantomatici rapporti col Nazismo.

Smentirò questi tre punti, anche se basterebbe leggersi gli "Actes et documents du Sainte Siège relatifs à la Seconde Guerre Mondiale", distribuiti in 12 volumi frutto di una ricerca nell'Archivio Segreto Vaticano durata 17 anni, voluta da Paolo VI e condotta dall'equipe di quattro storici gesuiti Pierre Blet, Robert Graham, Angelo Martini e Burkhart Schneider, nella quale si ristabilisce, con la prova dei documenti ufficiali, la verità sul pontificato di Pio XII durante la seconda guerra mondiale.


  • Pio XII fu prudente pubblicamente per non provocare effetti peggiori e salvaguardare l'operato della resistenza cattolica anti-nazista.
Già nel giugno 1943, prima dell’invasione tedesca di Roma e della razzia nel ghetto, Pio XII disse pubblicamente:
"Ogni parola da Noi pronunciata doveva essere attentamente vagliata, per non provocare - pur senza volerlo - mali peggiori agli stessi perseguitati".
(Tornielli, Pio XII, una firma contro le leggende nere, Tracce)

Ho scelto una tra le tante tesimonianze schiaccianti, la quale dimostra come fu proprio la resistenza cattolica tedesca a chiedere a Pio XII di non intervenire pubblicamente in modo diretto.
Lo racconta uno dei rappresentati della resistenza, l'avvocato bavarese Franz Josef Müller (1898-1979), esponente del cattolicesimo politico tedesco durante la Repubblica di Weimar e dopo la seconda guerra mondiale, membro del movimento di resistenza cattolica denominato La rosa bianca.

Müller era una pedina molto importante poiché faceva parte dei servizi segreti tedeschi, l'Abwehr sotto la guida dell'ammiraglio Canaris, che divenne uno dei centri occulti dell'opposizione anti-hitleriana. Sono noti i suoi numerosi contatti con il Vaticano tra il 1939 e il 1940: veniva inviato a Roma con delle scuse, e in realtà incontrava dei prelati (alcuni tedeschi) collegati direttamente a Pio XII.
In questo bellissimo articolo potete trovare tutta la documentazione dei fitti rapporti fra la resistenza cattolica anti-nazista e il Vaticano.

Fu Muller ad informare il Pontefice dei progetti e dei piani dell'opposizione tedesca anti-hitleriana, con l'obiettivo di costituire una Germania democratica. Chiese anche che il Papa facesse da garante con il governo inglese, ruolo che Pio XII, con notevolissimi rischi, accettò di svolgere per mezzo dell'ambasciatore inglese presso la Santa Sede, D'Arcy Osborne.
Fu un "fatto assolutamente sbalorditivo nella storia del papato", come ha scritto Renato Moro, Prorettore dell'Università degli Studi Roma 3 ed esperto di Storia contemporanea (gli avvicendamenti bellici e l'arresto nel 1943 di Muller fecero naufragare il progetto)

Il 2 giugno 1945, un mese dopo la liberazione degli americani, Müller si recò in Vaticano. Pio XII affrontò per la prima volta in pubblico il problema dei rapporti fra la Chiesa e il nazismo, nonostante le critiche alla sua politica non andassero oltre qualche mormorio diplomatico e, invece, era generalmente riconosciuto e lodato il ruolo umanitario svolto dal Vaticano durante la guerra:

Parte del discorso dice: "Voi vedete ciò che lascia dietro di sé una concezione e un'attività dello Stato, che non tiene in nessun conto i sentimenti più sacri dell'umanità, che calpesta gli inviolabili principi della fede cristiana. Il mondo intero, stupito, contempla oggi la rovina che ne è derivata"
(Se la storiografia ignora le testimonianze, L'osservatore Romano 6/02/10)

Ecco il documento schiacciante:
Alle critiche diffuse verso il "silenzio" pubblico del Papa durante il regime nazista, Müller rispose a lungo, rievocando le precise richieste che proprio la resistenza tedesca di orientamento aristocratico-militare (che fu poi quella che avrebbe organizzato l'attentato del 20 luglio 1944) aveva fatto ripetutamente al Pontefice:

"Il dottor Müller - scriveva Tittmann -ha detto che durante la guerra la sua organizzazione anti nazista in Germania aveva sempre molto insistito che il Papa si trattenesse dal fare qualsiasi dichiarazione pubblica specificamente diretta come condanna contro i nazisti, e aveva raccomandato che le osservazioni del Papa si mantenessero entro i limiti delle sole considerazioni generali. Il dottor Müller ha detto di essere stato obbligato a dare questo consiglio, poiché se il Papa fosse stato specifico, i tedeschi lo avrebbero accusato di cedere alle pressioni di potenze straniere e ciò avrebbe reso ancor più sospetti di quanto non fossero i cattolici tedeschi e avrebbe grandemente ristretto la loro libertà d'azione nella loro opera di resistenza al nazismo. Il dottor Müller ha detto che la politica della resistenza cattolica in Germania era che il Papa dovesse tenersi in disparte, mentre la gerarchia tedesca portava avanti la lotta contro il nazismo all'interno della Germania, senza che influenze esterne si manifestassero. Il dottor Müller ha detto che il Papa ha seguito questo consiglio per tutta la durata della guerra. Egli immagina che il Papa abbia deciso di scendere ora in campo aperto contro i nazisti poiché le implicazioni delle sue denunce sono attualmente assai importanti e sembrano al Papa soverchiare altre considerazioni".
(Questo eccezionale documento (n.242) è pubblicato anche nella raccolta 1939-1952 curata da Ennio Di Nolfo, professore emerito di Storia delle Relazioni Internazionali, del 1978 e dedicata a Vaticano e Stati Uniti)


  • Pio XII non era antisemita ma organizzò addirittura una rete clandestina in aiuto agli ebrei.
Un'altra testimonianza è stata scoperta, vagliata e riconosciuta vera dalla Pave the Way Foundation nata da Gary Krupp, un ebreo di New York.
Essa dimostra come sull'antisemitismo di Pio XII sia stata costruita una vera e propria leggenda nera.

Ne parla don Giancarlo Centioni, che dal 1940 al 1945 ha lavorato come cappellano militare nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale a Roma e che fece parte di una rete clandestina creata da Pio XII in persona per salvare gli ebrei dalle persecuzioni naziste:
"Consegnavamo passaporti e soldi alle famiglie ebree perché potessero fuggire. Sia i documenti che i soldi venivano direttamente dalla Segretaria di Stato di Sua Santità, per nome e conto di Pio XII.
(Don Centioni, Così salvavo gli ebrei con Pio XII, Tracce 14/1/10)

Come dimostra una ricerca di Grazia Loparco, lo sforzo della Chiesa fu enorme: solo in Italia, in più di 100 città e in 102 paesi, 500 case religiose maschili e femminili hanno nascosto degli ebrei.
"Uno sforzo così non si spiega senza una tacita benedizione di Pio XII, anche perché molti ebrei sono stati nascosti in istituti di clausura e solo un ordine speciale del Papa poteva permettere di violarla".
(Don Centioni, Così salvavo gli ebrei con Pio XII, Tracce 14/1/10)

Grazie al suo ruolo, don Centioni, ha potuto salvare molte vite:
"I miei colleghi sacerdoti tedeschi mi hanno invitato a partecipare alla rete clandestina. Siccome ero cappellano fascista, mi era più facile aiutare gli ebrei".
(Don Centioni, Così salvavo gli ebrei con Pio XII, Tracce 14/1/10)

Padre Pierre Blet, storico gesuita che lavorò 17 anni negli Archivio segreto Vaticano, sostenne inoltre:
"Negli archivi trovammo una miniera di documenti, lettere di Pacelli ai vescovi tedeschi. Quella scoperta ci permise di conoscere l’azione diplomatica segreta di Pacelli nel salvataggio di molti ebrei, ma anche la sua prudenza per evitare le persecuzioni ai fedeli cattolici.
(Intervista a padre Belt, Avvenire, 12 Novembre 2009)

Ricordiamo poi, come documenta Pierre Blet, che "nei Paesi occupati indirettamente dai nazisti, come la Slovacchia e l’Ungheria, fu grazie all’intervento diretto del Papa che si riuscì a fermare la deportazione di molti ebrei. Pio XII interveniva solitamente dove la sua azione poteva dare dei frutti reali. Inoltre padre Leiber, l'ultimo segretario particolare di Pio XII, mi ha confermato che il Pontefice aveva utilizzato la sua fortuna personale proprio per soccorrere gli ebrei perseguitati dal nazismo".
(Intervista a padre Belt, Avvenire, 12 Novembre 2009)


  • Non esistono carteggi tra il Pio XII e Adolf Hitler.
Questa falsa notizia è apparsa qualche anno fa su Le Monde.
Padre Blet risponde:"Se non abbiamo pubblicato la corrispondenza tra Pio XII e Hitler è perché essa non esiste. Inoltre se quella corrispondenza fosse esistita, le lettere del Papa sarebbero conservate negli archivi tedeschi e ve ne sarebbe traccia in quelli del Ministero degli Esteri del Reich e viceversa le lettere di Hitler sarebbero finite in Vaticano".
(Intervista a padre Belt, Avvenire, 12 Novembre 2009)



Conclusione
Ho dimostrato con alcune preziose testimonianze e documentazioni il perché dei "silenzi" di Pio XII rispetto al regime nazista, il suo aiuto concreto agli ebrei e l'inesistenza del carteggio con Hitler. L'odio ateo-anticattolico vuole sostenere che Pio XII in realtà appoggiasse ardentemente il potere di Hitler e lo sterminio di migliaia di uomini, ebrei e anche religiosi cattolici?
A loro l'onere della prova.

Concludo con una frase dell'ex rabbino capo di Roma, Eugenio Zolli, che si convertì al cattolicesimo nel 1945. La sua conversione è una delle prove schiaccianti di come gli stessi ebrei fossero riconoscenti e stimassero Pio XII e la Chiesa Cattolica.

"Ciò che il Vaticano ha fatto resterà indelebilmente ed eternamente scolpito nei nostri cuori... hanno fatto cose che resteranno per sempre un titolo di onore per il cattolicesimo"
(Zolli, Prima dell'alba, autobiografia autorizzata, San Paolo 2004, EAN)


Bibliografia e Approfondimenti
Storia Libera.it - Un bellissimo sito che raccoglie moltissima documentazione contro la leggenda nera creata su Pio XII.
I silenzi di Pio XII erano un dovere? - Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale.
Se la storiografia ignora le testimonianze, da l'Osservatore Romano.
Don Centioni e la rete clandestina in favore degli ebrei - Avvenire
Pio XII, una firma contro le leggende nere, da Tracce.
La Resistenza tedesca a Hitler: i vescovi e l’attentato - da 30giorni.
Pio XII e Hitler, lettere fantasma - da Avvenire.

lunedì 1 marzo 2010

Articoli di Marzo 2010

26 Marzo 2010

Evoluzione. Il fallimento di Darwin e l'ipotesi di Dio: diamo voce agli scienziati evoluzionisti e scopriremo che la selezione naturale di Darwin si sta sgretolando, lasciando il posto alla teoria dell'evoluzione teologica (o teleologica).


21 Marzo 2010.

Aldo Busi: l'omosessuale represso. Dimostrazione della repressione e frustrazione di un noto intellettuale omosessuale e anticattolico.



16 Marzo 2010

Crimini dell'ateismo in Romania: ancora pochi purtroppo conoscono le inenarrabili torture e persecuzioni di civili e religiosi che avvennero nel carcere di Pitesti, in Romania, tra il 1949 e il 1952 ad opera dell'ateismo comunista.



15 Marzo 2010

Albert Einstein: grande religioso: ecco una lunga serie di citazioni del grande fisico, tutte a dimostrare la potenza religiosa di uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi.



13 Marzo 2010

Nasce il sito: Rassegna Stampa Cattolica: una selezione quotidiana di notizie dal mondo cattolico a questo indirizzo: www.rassegnastampacattolica.blogspot.com.



2 Marzo 2010

La verità su Pio XII e il Nazismo: l'articolo dimosta con ampia documentazione come la campagna contro Pio XII sia solo una leggenda nera. I suoi silenzi sulla Shoah furono richiesti dalla stessa resistenza cattolica tedesca, non era affatto antisemita e non esiste alcun carteggio tra lui e Hitler.